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Lesioni al midollo, c'è speranza

Pagina a cura di MARIO FERRARI

Lesioni al midollo, c'è speranza
Una iniziativa a Calolzio ha messo in luce i progressi della ricerca e la necessità di informazione
CALOLZIOCORTE -. I calolziesi hannci partecipato nnmèròsi &con diséreto interesse all'iniziativa di sensibi-lizzazione prómossatclall'associazione. “Lo specchio" a favore dell'Associazione per la ricerca sulle lesioni del midollo L'iniziativa si è svolta quindicigiorni fa, e attra-verso una vendita di libri di poesie e di fiori ha inteso avviare un'opera di corretta informazione sui problemi dei malati a causa di lesioni midollari. Alla giornata calolziese era presente Angelo Colombo, 32 anni, di Bulciago, da tre anni costretto a vivere su una carrozzella in seguito ad un infortunio sul lavoro. Colombo è socio dell'Assecaazione paraplegici Lombardia e dell'Asso: ciazione per la ricerca sulle lesioni del midollo spinale. «É importante favorire una conoscenza diffusa del problema - • afferma -. La paraplegia e la tetraplegia colpiscono soprat-tutto pazienti giovani al di sotto dei trent'anni. Nel nostro Paese le ricerche scientifiche hanno il massimo rappresentante nel prof Giorgio Brunelli dell'Università di Brescia.
Entro il prossimo luglio la sua équipe opererà ben cinque • volOntarz selezionati da tutto il Paese. L'operazione, la prima in Italia di questo tipo, dovrebbe consentire a questi ammalati, sottraendo loro una minima parte della funzione della mano, di muovere l'anca in avanti e indietro e di stabiliziare il bacino, in modo che Possano camminare grazie a speciali tutori dal ginocchio in gli/2 s. La ricerca dunque è entrata nella fase della speranza. Spiega ancora Angelo Colombo: «Spero che la ricerca scien-tifica possa ridare un domani ai disabili. Ma su questi_pro-blemi non ci si deve stancare di fare informazionedocu-mentata e seria, lontana dalla tentazione di alimentare facili illusioni ma non rinunciataria. Bisogna far capire che la vita di un individuo colpito da tali lesioni può real-mente cambiare, se nella società si alimenta un clima di solidarietà capace di premere anche sulle istituzioni, affin-ché compiano ogni sforzo necessario a sostenere la ricerca».

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